Impariamo a praticare l'arte delle coccole, attraverso gli insegnamenti del maestro buddista Thich Nhat Hanh.
"Ti abbraccio con tutto il mio cuore", scrive Albert Camus in una bella lettera di ringraziamento al suo maestro d'infanzia, poco dopo aver vinto il premio Nobel.
Abbracciare con tutto il cuore è forse il gesto di gratitudine e tenerezza più grande che ci sia. Abbracciarsi fisicamente, oltre che metaforicamente, è infatti la manifestazione ultima della nostra umanità, una poesia naturale. Eppure, raramente ci concediamo questo dono.
"Quando ci abbracciamo, i nostri cuori si connettono e capiamo all’istante di non essere mai stati separati. "
- Thich Nhat Hanh In che modo offrire - e offrirsi! - il dono dell’abbraccio? Ce lo spiega Thich Nhat Hanh, il leggendario monaco buddista, insegnante Zen e attivista di pace, che nel suo libro “How to Love” conduce un’illuminante meditazione sull'arte della coccola.
"Essere spirituali non significa credere ciecamente in un insegnamento dottrinale", scrive Nhat Hanh.
"La spiritualità è una pratica che porta sollievo, comunicazione e trasformazione".
Uno degli aspetti più trasformativi della spiritualità è, infatti, la capacità stessa di comunicare con l'Altro, nella sua forma più sincera. Un atto di coraggio, intimissimo, che consiste nel lasciarsi vedere, nel connettersi con i propri simili, mantenendo quella vulnerabilità e permeabilità necessarie per vivere con cuore e mente aperti.
Nel suo libro, Nhat Hanh infatti racconta:
Nel 1966, un’amica mi accompagnò all'aeroporto di Atlanta. Mentre ci salutavamo, mi ha chiesto: È consuetudine abbracciare un monaco buddista?
Nel mio paese, di solito non usiamo mostrare i nostri sentimenti in questo modo, ma mi sono detto che, in quanto maestro Zen, potevo provare a farlo senza troppi problemi.
Così ho detto: "Perché no?" e lei mi ha abbracciato, ma confesso che non ero affatto a mio agio. Non ero rilassato.
Sull'aereo, ho deciso che, se volevo continuare a lavorare con i miei amici occidentali, dovevo imparare di più sulla loro cultura.
E' così che, per superare questa barriera culturale della comunicazione, Nhat Hanh ha "inventato" molto spontaneamente la meditazione dell’Abbraccio, una pratica che unisce Oriente e Occidente e che si fonda su un linguaggio umano e universale.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è infatti disarmarci attraverso l’abbraccio, abbandonando i nostri cinismi cronici e le nostre false credenze. All’inizio è possibile avvertire un certo imbarazzo, specialmente se abbracciamo qualcuno dopo tanto tempo, ma ben presto sentiremo fiorire in noi un nuovo senso di comunione e gratitudine.
Per praticare correttamente questa meditazione, basterà stringere tra le braccia una persona cara. L’abbraccio non va “finto”, qui non si tratta di dare all'Altro tre misere pacche sulle spalla per fargli credere che ci sei. In quell’abbraccio, tu devi essere totalmente presente.
Stringi quella persona tra le tue braccia, respirando consapevolmente e offrendole tutto il tuo essere. Corpo, cuore e mente.
La meditazione dell’Abbraccio è una vera e propria pratica di mindfulness :
Inspiro. Io so che questa persona è tra le mie braccia, viva. Come lo sono io.
Espiro. E so anche quanto questa persona sia cara e preziosa per me.
Respirando profondamente in questo modo, tenendo tra le braccia la persona che ami, l'energia guaritrice del tuo cuore l'attraverserà tutta e questa ne verrà nutrita, sbocciando come un fiore.
Alla base della meditazione dell'abbraccio, sottolinea Nhat Hanh, ci sono i principi zen fondamentali d’interconnessione e di inter-essere, con l'Altro e con l'Universo. E' un modo di pregare, coccolando.
Abbracciarsi con piena consapevolezza e concentrazione ci aiuta a vivere meglio, portando pace, guarigione, comprensione reciproca e molta felicità. La pratica dell'abbraccio consapevole ha aiutato molte persone a riconciliarsi: padri e figli, innamorati, madri e figlie, amici, amiche…
Al di là dell'azione stessa, la forza di questo abbraccio sta nella sua promessa: un impegno dell’Anima, un'intenzione di presenza assoluta nei confronti dell’Altro che, insieme a te, vive il momento Presente.
Nhat Hanh descrive in questo modo alcuni passi pratici (e filosofici) per padroneggiare la meditazione dell’Abbraccio:
Mettetevi in piedi di fronte a un familiare, un amico o un convivente. Guardate la persona negli occhi (se gli adulti sono troppo alti possono inginocchiarsi);
Studiate con lo sguardo ciò che vedete: come sono gli occhi, il viso, il sorriso…guardatelo/a come se fosse la prima volta;
Abbracciatevi lentamente e con delicatezza, notate le sensazioni fisiche di contatto, le emozioni e l’energia che producono al vostro interno;
Restate abbracciati per almeno tre respiri;
Al primo respiro siamo consapevoli di essere vivi, al secondo respiro siamo consapevoli che l’altra persona è viva, con il terzo respiro siamo felici e grati di stringerla tra le braccia.
Trovare il tempo per tenere l’Altro tra le vostre braccia equivale a rinvigorire la sua vita.
Per questo motivo, non è necessario essere al momento dei saluti per compiere questo gesto. In qualsiasi momento possiamo abbracciare la persona che amiamo, nutrendola e nutrendoci del calore della sua presenza.
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