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Immagine del redattoreElisabetta Giuliani

[VIDEO] Fare poesia è un esercizio spirituale?

Fare poesia è l’esercizio spirituale per eccellenza; una maniera di vivere e direi anche di "morire"... Scoprilo in questo nuovo video!

Nel suo Manuale pratico di psicomagia, Jodorowsky ci invita a realizzare un atto psicomagico molto particolare :


"Il/La consultante scriverà ogni sera, per un anno intero, una breve poesia.


Per farlo, prenderà l’abitudine di accendere un bastoncino d’incenso (sempre dello stesso aroma), ascoltare una musica ispiratrice (sempre la stessa), usare lo stesso quaderno e la stessa matita, profumarsi la pianta dei piedi e il palmo delle mani con la stessa essenza.


Nudo, si chiuderà in una stanza senza alcuna compagnia umana né animale, spegnerà la luce, illuminerà la pagina con una candela di cera, e immaginando che sia giunto l’ultimo momento della sua vita, scriverà il suo sentimento più sublime."


Allo stesso modo, in Cina ad esempio, molto tempo prima che nascesse il buddismo, gli abitanti avevano la consuetudine di scrivere un piccolo poema in punto di morte.


Nel V secolo, un condannato a morte scrisse :


Quando il filo nudo s’avvicinerà al mio capo
sarà come decapitare un vento di primavera.

Un monaco morto nell’anno 568 scrisse prima di morire :


La luce del lampo non risplende a lungo.

Imparando ogni sera a morire poeticamente, rinasceremo il giorno dopo per fare entrare nuova bellezza nella nostra vita.


La poesia ha ben 8 dimensioni spirituali e può nascere solo a condizione che ci si trovi in una determinata disposizione d’animo, un determinato atteggiamento nei confronti di noi stessi e del mondo. Essa presuppone, in più, un certo “uso” delle parole.


Mai lasciata al caso, simbolica e intuitiva, la parola poetica è una scuola, un cammino, una via. Una via verso la bellezza.

 

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