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Immagine del redattoreElisabetta Giuliani

Festa di Ganesha, distruttore degli ostacoli

Ogni anno, alla fine dell'estate, Parigi si tinge di mille colori per celebrare la "Festa di Ganesha"... Ecco alcune immagini e curiosità sull'evento dedicato al Dio-Elefante.


A fine agosto si svolge a Parigi la celebre "Festa di Ganesha", un evento tanto atteso dalla comunità indù stabilitasi nella Ville Lumières.


Organizzata ogni anno dal Tempio di Sri Manicka Vinayakar Alayam, questa festività è data in onore di Ganesha, divinità dalla testa di elefante, e riunisce le comunità tamoul dell'India e dello Sri Lanka, nel quartiere di La Chapelle a Parigi.


Figlio di Shiva, una delle tre divinità maggiori dell’induismo, e di Parvati, Ganesha è il dio della saggezza e della prosperità, letteralmente "colui che rimuove gli ostacoli". E' quindi una della divinità più rispettate e venerate di tutta l’India. Molte danze sacre sono dedicate al Dio-Elefante, come la danza Odissi. Ganesha ha anche una mudra in suo onore!


La leggenda narra che Shiva, di ritorno da un lungo viaggio, scoprì sua moglie in compagnia di un ragazzo sconosciuto e non potendo immaginare che si trattasse di suo figlio, cresciuto durante la sua lunga assenza, lo fece decapitare.


Parvati disperata obbligo' Shiva a riparare all’errore sostituendo la testa del figlio con quella del primo essere vivente che si presento' ai suoi occhi, ovvero un elefante.


Riproposta a Parigi dal 1996 ad oggi, la Festa di Ganesha stupisce sempre per la complessità dei suoi riti e delle sue cerimonie, ma soprattutto per la generosità dei fedeli.


A spasso con Ganesha

La cerimonia religiosa si tiene al mattino presso il Tempio Sri Manicka Vinayakar Alayam, ma le "benedizioni" si protraggono in realtà per tutto il giorno.


Una volta arrivati al tempio, sarete forse sorpresi dalla modestia dell'edificio... ma non fermatevi alle apparenze! Varcate la soglia del tempio e comunque preparate i vostri occhi alla meraviglia di tanti preziosissimi decori.


Canti, danze, mantra misteriosi e affascinanti vengono poi a creare un'atmosfera sempre più inebriante, un battesimo dei sensi per chi scopre l'India per la prima volta... mentre i fedeli, intanto, pregano Ganesha, il Dio-Elefante, e acquistano appena fuori dal tempio vassoi di offerte, pieni di banane, noci di cocco e incenso.



Poco lontano, sul Faubourg Saint Denis, tutto è pronto per dare il via ai festeggiamenti.


Uomini, donne e bambini si raggruppano ordinatamente dietro la statua di Ganesha e i suoi tre carri: quello del Dio-Elefante, rosso e bianco, è "trainato" da un corteo di uomini a torso nudo e piedi scalzi.

Al suo passaggio, i fedeli rompono molte noci di cocco, sprigionando il loro inconfondibile profumo. Simbolicamente, questo gesto rappresenta l'offerta de proprio cuore alla benedizione del Dio-Elefante.


Segue, poi, il carro di Muruga, fratello di Ganesha, accompagnato questa volta da un corteo di donne, sempre a piedi scalzi, ma avvolte in incantevoli sari di tutti i colori, i lunghi capelli neri adornati da profumatissimi gelsomini.


Infine, arriva il carro della dea Durga a chiudere la sfilata.


Tra un passaggio e l'altro, s'esibiscono intanto musicisti, acrobati e ballerini di ogni tipo, mentre le donne, pazienti, fanno bruciare la canfora sul vaso di terracotta che portano in testa.



La cerimonia in onore di Ganesha è una festa per tutti, fedeli o meno. I curiosi possono degustare numerose bevande tradizionali tamoul offerte ai passanti durante tutta la sfilata, o comprare coroncine profumate di gelsomino malligai da sistemare tra i capelli, o attorno al collo.



Ganesha, distruttore degli ostacoli

Ganesha è il Dio dalla testa di elefante. Colui che, secondo la tradizione, viene adorato per primo. I fedeli invocano, infatti, il suo nome all’inizio di ogni nuova impresa, o progetto, proprio per assicurarsi la riuscita.


Ganesha è immagine del primo “Shabda” (AUM), ovvero della vibrazione che si manifestò al principio dell’Universo. Perciò il Dio-Elefante è associato all'idea di principio, di origine. Ganesha è il “Signore dell’Inizio.”


Il mantra tradizionale di Ganesha recita infatti:

Om Gam Ganapataye Namaha Sharanam Ganesha


Dal sanscrito, il mantra è comunemente tradotto con queste parole:


Ganesha, figlio Shiva, che rimuove gli ostacoli, che custodisce la porta verso i regni illuminati. Le sue benedizioni sono necessarie ad ogni buon inizio.

Ripercorrendo il mito legato a questa deità, nei suoi significati esoterici, capiamo bene che con la decapitazione della testa dell'infante, Shiva compie un’azione iniziatica, cuore dei riti di passaggio. Ritroviamo il mito del “fanciullo divino”, il bambino prodigioso trasformato in dio. Ganesha è il risultato di una metamorfosi, un'aberrazione della natura che diventa personificazione divina.


Ganesha rappresenta infatti l’unità tra il microcosmo – il corpo umano – ed il macrocosmo – la te­sta elefantina. Tutta la sua sacra immagine è la personificazione del­l’unione tra Cielo e Terra Ganesha è l’Androgino, la riconciliazione degli opposti, o se si vuole delle fiamme gemelle.

Ganesha personifica anche il Saggio perfetto, il filius philosophorum o l’homo major della tradizione alchemica, in quanto "somma del principio maschile della consapevolezza ctonia (Shiva) e del principio femminile della consapevolezza ctonia (Parvati)".

 

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