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Immagine del redattoreElisabetta Giuliani

Scegli una statuetta e scopri il tuo messaggio dalla Dea Madre

Fertilità, nutrimento, generazione della vita, mediazione tra mondo umano e mondo divino... Sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano il culto della Dea Madre, una divinità femminile primordiale presente in numerose civiltà paleotiche e neolitiche. Tutti i simboli collegati alla Grande Madre sono ambivalenti: da un lato riflettono le proprietà del "materno" amoroso, dall'altro raccontano di una "natura terrible"e implacabile. Sei pronto/a ad ascoltare la voce della Dea? Scegli una di queste statuette e scopri il suo messaggio per te!


A proposito dell'archetipo femminile della Grande Madre Jung scrive:


(questa) è la magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile.

Il culto della Dea Madre risale a tempi antichissimi: dal 30.000 a.C. e fino al 3.000 a.C., l'Umanità ha fatto appello alla Dea Unica, fonte divina di ogni nascita che dà e sostiene la vita. E' alla Grande Dea che tutto torna, per rinascere poi sotto forme nuove, come avviene nei cicli della Natura.


La Grande Dea è, infatti, un simbolo di unità tra tutte le forme di vita presenti sulla Terra. Il suo potere è immenso, lo si trova nell'acqua, nelle foreste, nelle rocce e negli animali... E' solo a partire dal 3.000 a.C. che la figura del divino è diventata, nell'immaginario collettivo, quella di un Dio maschile. Un Dio-Uomo che, in ogni caso, "accoglie" in sé molte delle qualità e delle funzioni tipicamente femminili, come quella del dare la vita...


E' sempre Jung a descriverci i maggiori simboli del divino femminile:



Citerò solo alcune delle sue forme più tipiche: la madre e la nonna personali, la matrigna e la suocera, qualsiasi donna con cui esiste un rapporto (la nutrice o la bambinaia, l'antenata e la Donna Bianca).
In un senso più elevato, figurato: la dea, in particolare la madre di Dio, la vergine (come madre ringiovanita, per esempio Demetra e Core), Sophia (come madre-amante, eventualmente anche del tipo Cibele-Attis, o come figlia/madre ringiovanita-amante); la meta dell'anelito di redenzione (paradiso, regno di Dio, Gerusalemme celeste). In senso più lato: la Chiesa, l'università, la città, la patria, il cielo, la terra, il bosco, il mare e l'acqua stagnante, la materia, il mondo sotterraneo e la luna.
In senso più stretto: i luoghi di nascita o di procreazione - il campo, il giardino, la roccia, la grotta, l'albero, la fonte, il pozzo profondo, il fonte battesimale, il fiore come ricettacolo (rosa e loto) ; il cerchio magico…
In senso ancora più stretto: l'utero, ogni forma cava, il forno, la pentola; diversi animali: la mucca, la lepre e ogni animale soccorrevole in genere.


I nomi della Dea

Come i suoi simboli, anche i nomi della Grande Madre sono numerosi, ma fanno tutti riferimento ad uno stesso principio: la Dea è fertile come la terra e si chiama


Inanna per i Sumeri; Ishtar per gli Accadi; Astarthe per i Fenici; Anahita per i Persiani; Anat presso Ugarit; Ninhursag per i popoli della Mesopotamia; Atargatis in Siria; Iside in Egitto; Artemide/Diana ad Efeso; Baubo a Priene; Afrodite/Venere a Cipro, Rea o Dictinna a Creta; Demetra ad Eleusi; Orthia a Sparta; Bendis in Tracia; Cibele a Pessinunte; Gea/Gaia e Atena per i Greci; Brigit per l'Irlanda; Dana/Anu per i Celti; Bellona o Bona Dea per i Romani; Mater Matuta presso gli Etruschi; Vacuna per i Sabini; Tanit per i Cartaginesi; Quan-Yin o Guan Yin in Cina; Kannon o Kanzeon in Giappone; Gwan-eum o Gwan-se-eum in Corea; Avalokitesvara in Tibet, Durga (Kali/Parvati/Sarasvati/Lakshmi) in India, Lada in Russia;

Zyva e Lada per Ucraina, Polonia, Bulgaria, Bielorussia

...


Il messaggio della Dea

Scegli una di queste statuette raffiguranti la Grande Dea e scopri un messaggio che viene da tempi primordiali, dal ventre umido e sotterraneo del più antico archetipo femminile...

Ho fatto il mondo di sangue e latte

per nutrirti e trasformarti.

Ma tu, tu ignori i cicli, tu non rispetti i ritmi...

Quand'è che tornerai a te?



Al principio non era la luce, e non era il verbo.

Al principio era un ventre tondo,

fecondo di Volontà.

Inizia oggi a dare vita

a quella cosa che hai nel cuore...




Non c'è bisogno di essere madri

per sentirci capaci di un Amore totale.

Culla sul tuo seno amoroso

il più piccolo dei tuoi sogni, il più fragile.

Nutrilo di ogni parte di te.




Io non chiedo il sacrifico.

Non chiedo povertà, castità ed obbedienza.

Tu sei cosa della Natura,

puoi essere quiete, e puoi essere tempesta.



Il corpo è caverna o è tempio.

Sei tu a deciderlo.

Cos'è che ci abita dentro?

Una bestia impaurita o una Dea?




Sei sulla cattiva strada, ma io sono qui per questo.

Che il tuo prossimo passo sia benedetto.

Che il tuo cuore sul piatto della bilancia

sia più leggero di una piuma.



Prepara un banchetto,

invita a te la gioia e l'abbondanza.

La terra, dopo lunghi mesi a maggese,

è pronta per dare e ricevere ricchezze....



Creare è l'atto divino per eccellenza.

Non hai bisogno di nulla; inizia da zero.

Sei terra e sei seme.

 
Perché io sono colei che è prima e ultima Io sono colei che è venerata e disprezzata, Io sono colei che è prostituta e santa, Io sono sposa e vergine, Io sono madre e figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli, Io sono donna sposata e nubile, Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito, Io sono colei che consola dei dolori del parto.
Io sono sposa e sposo, E il mio uomo nutrì la mia fertilità, Io sono Madre di mio padre, Io sono sorella di mio marito, Ed egli è il figlio che ho respinto. Rispettatemi sempre, Poiché io sono colei che da Scandalo e colei che Santifica.

- Inno a Iside Rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.

 

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