E' questo il momento dell'anno in cui il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti si fa più sottile... Samhain, Halloween, Ognissanti, qualunque sia il nome che si dà a questa ricorrenza, il suo vero significato resta intimo e misterioso. Comune a tutte le civiltà, questo "rito di passaggio" viene ad onorare la memoria dei defunti e degli antenati. Di quelle anime care che abbiamo amato tanto e che adesso "tornano" affettuosamente a farci visita. Facciamo insieme un piccolo giro del mondo, alla scoperta dei riti più insoliti e di cerimonie fuori dall'ordinario. Tra visibile ed invisibile.
Dedico anch'io questo viaggio immaginario al mio caro invisibile, e alla sua memoria.
Prima tappa: Messico - Dia de los Muertos
Dal 1 al 2 novembre, in Messico e in alcuni paesi dell'America Latina si celebra il cosiddetto Día de los Muertos, letteralmente il Giorno dei Morti. La leggenda narra che alla mezzanotte del 31 Ottobre le Porte del Paradiso si aprono e le anime dei bambini defunti possono tornare sulla Terra e riunirsi alle loro famiglie per 24 ore. Il 2 novembre, invece, è il momento delle anime degli adulti: ognuna scende dai cieli per partecipare insieme ai vivi ai festeggiamenti.
Così, per due giorni, le gente si veste con costumi allegri e colorati, in casa vengono costruiti dei piccoli altari riccamente decorati davanti ai quali si depongono le "offerte": frutta fresca o secca, carne di tacchino, bevande, cioccolata calda, pile di tortillas e anche un pane tradizionale chiamato pan de muerto (vedi qui la ricetta).
Per le anime dei bambini, le famiglie lasciano giocattoli e dolci, mentre quelle degli adulti ricevono sigarette e bicchierini di Mescal, un tipico distillato messicano.
Seconda tappa: Haiti - il giorno dei Guédés
Ad Haiti, il 1 e il 2 novembre sono dedicati ai Guédés, ovvero agli "spiriti" incaricati di guidare le anime dei defunti verso la loro nuova casa. Se lo desiderano, questi spiriti psicopompi possono anche decidere di "impossessarsi" del corpo dei vivi, per manifestare meglio la loro volontà e le loro intenzioni.
La tradizione li descrive come una "famiglia di spiriti" particolarmente rumorosa, divertente e festaiola. Nei cimiteri tutti portano offerte e regali per questi amici invisibili: bottiglie di tafia e pepe, cibo di ogni genere, musica, giocattoli… Tutto è studiato nei minimi particolari per garantirsi i favori di spiriti leggendari come Papa Guédé, Guédé Plumage o ancora Baron Samedi...
Secondo l'antica credenza, i Guédés sono gli unici in grado di comunicare con i defunti. Il loro potere è talmente forte da permettere alle anime scomparse di entrare in contatto con le loro famiglie, specie nel giorno di Ognissanti.
Terza tappa: Asia orientale - Hungry Ghost Festival
In Asia, il Giorno dei Morti è più comunemente noto come Hungry Ghost Festival, il Festival dei Fantasmi Affamati. Si celebra il 15° giorno del settimo mese lunare (tra metà agosto e metà settembre), quindi un po' prima della ricorrenza occidentale.
In diverse parti dell'Asia orientale, si crede infatti che durante questo periodo i dannati dell'inferno (prostitute, ladri, corrotti, tossicodipendenti da oppio, assassini, ecc.) tornino sulla Terra.
Nelle strade di città e villaggi vengono accesi piccoli bracieri dove si bruciano banconote contraffatte e si fanno offerte di ogni tipo per "tener buone" queste anime tormentate.
In questo periodo, infatti, la gente del luogo evita attività e luoghi a rischio ma anche eventi importanti come matrimoni o traslochi. È probabile, infatti, che gli spiriti dei dannati scelgano proprio questo momento per giocare brutti scherzi...
Quarta tappa: Madagascar - Famadihana
Il Famadihana, ovvero il "ritorno dei morti" avviene generalmente in inverno, tra giugno e settembre, e si ripete ogni tre, cinque o anche dieci anni a seconda delle usanze delle tribù locali.
Si tratta di una cerimonia funebre tradizionale ancora molto sentita in Madagascar, soprattutto nella zona degli altopiani centrali. Il rituale consiste nel disseppellire i corpi dei cari defunti e di rinnovare i loro sudari: il corpo viene così avvolto cerimoniosamente in un nuovo tessuto, bianco e fresco, e trasportato danzando intorno alla tomba per essere nuovamente seppellito.
La tradizione malgascia considera gli antenati e i defunti profondamente sacri, oltre che importanti nella vita quotidiana poiché benedicono e proteggono dalle maledizioni e dalla cattiva sorte.
Non a caso, per ringraziare i propri cari invisibili di tale protezione, i "vivi" organizzano sempre un vary be menaka, un grande banchetto a base di riso rosso servito con carne di zebù e carne di maiale. Tutti sono invitati.
Quinta tappa: Nepal - Gaï Jatra
I nepalesi celebrano i loro morti in modo assai curioso. Ogni anno, tra agosto e settembre, il Gaï Jatra o Festa della Mucca è un'occasione per rendere omaggio ai propri cari perduti nell'anno precedente.
La celebrazione si svolge in ben otto giorni e consiste in una sfilata di bovini e giovani ragazzi travestiti da tori e mucche.
Si crede infatti che sia proprio il bestiame a guidare le anime dei defunti verso Yama, divinità della Sacra Morte e dei mondi invisibili.
Sesta tappa: Cambogia - Pchum Ben
Da metà settembre a metà ottobre, le famiglie buddiste si riuniscono per celebrare il Pchum Ben. Durante questa festa religiosa, i cambogiani tornano nella loro città natale per pregare nei templi e fare offerte ai propri cari defunti: torte di riso appiccicose, dolcetti, fagioli avvolti in foglie di banana, cesti di fiori, ecc.
La leggenda narra che se le anime dei defunti non vedono i loro familiari fare le dovute offerte in un wat, ovvero in un tempio, si vendicheranno e verranno a tormentare quei parenti "negligenti" per tutto l'anno. E forse anche per quello successivo...
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