Parigi, gennaio 2021. Al centro di una nuova tempesta mediatica troviamo tre insoliti “attori”: il Governo francese, una segreteria telefonica... e la poesia! Cosa sta accadendo alla “più discreta delle arti”? Questo video traccia qualche scenario. Trattatelo bene, è il mio piccolo manifesto.
Un grande temporale per tutto il pomeriggio si è attorcigliato sui tetti prima di rompere in lampi, acqua. Fissavo versi di cemento e di vetro dov’erano piaghe murate e membra anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando ora i tegoli battagliati ora la pagina secca, ascoltavo morire la parola d’un poeta o mutarsi in altra, non per noi più voce. Gli oppressori tranquilli parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso credo di non sapere più di chi è la colpa.
Scrivi, mi dico, odia chi con dolcezza guida al niente gli uomini e le donne che con te si accompagnano e credono di non sapere. Fra quelle dei nemici scrivi anche il tuo nome. Il temporale è sparito con enfasi. La natura per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
- Traducendo Brecht, F. Fortini
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