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Immagine del redattoreElisabetta Giuliani

Lost in translation: come illustrare le "parole intraducibili"

Avete mai visto il film di Sofia Coppola, Lost In Translation? Il titolo significa, letteralmente e intuitivamente, perso nella traduzione e fa riferimento a tutti quei concetti che non si possono trasporre facilmente da una lingua all'altra...


Quando qualcosa si “perde nella traduzione", infatti, potrebbe a causa di un semplice errore, di una mancata conoscenza della lingua con cui ci si esprime oppure, molto più profondamente, perché non è sempre possibile catturare l'essenza di una parola.


Specie quando questa è strana e straniera.



"Non si abita un paese, si abita una lingua. Una patria è questo, e niente altro."

- Emil Cioran, filosofo, saggista e aforista rumeno, dalla raccolta di aforismi 'Confessioni e anatemi', 1987.


 

Found in translation, il progetto

E’ proprio su questo conflitto semantico che si basa "Found in Translation", il progetto della designer neozelandese Anjana Iyer che, attraverso le sue illustrazioni, cerca di spiegare il senso di tante parole intraducibili. Espresse in diverse lingue straniere provenienti da ogni parte del mondo, queste parole rimandano a concetti complessi che spesso e volentieri, secondo Anjana Iyer , non hanno alcun equivalente diretto in inglese.


Come tradurre la parola tedesca schadenfreude, o l'inuit iktsuarpok? L’impresa è totalmente impossibile; al meglio, possiamo sperare in qualche approssimazione linguistica, tentando di formulare una perifrasi. Qualcosa, in quelle parole, “resiste”. Si perde nella traduzione.


Nel film Lost In Translation, questo perdersi ha un significato ambivalente: da un lato, i protagonisti si sentono persi in una società (quella giapponese) di cui non conoscono minimamente gli usi, i costumi e le tradizioni. Dall'altro, ognuno di loro è anche perso in se stesso, naufragato in una vita che non funziona e in un oceano di pensieri autosabotanti.


Quanto le “resistenze” del linguaggio ci rivelano di noi stessi?
A chi piace abitare nell'esplicito? Chi, invece, preferisce sottointesi e sfumature del discorso?

E’ anche per tentare di rispondere a questi interrogativi che Anjana Iyer ha aderito al 100 Days Project, una piattaforma digitale che incoraggia gli artisti di tutto a trascorrere 100 giorni di fila facendo e creando ciò che amano.



Scopri qui di seguito le sue traduzioni illustrate: sei pronto a “perderti e a ritrovarti” nella lingua dell'Altro ?




1. Fernweh (Tedesco)

Sentirsi nostalgici di un posto in cui non ci si è mai stati.


2. Komorebi (Giapponese)

L’effetto particolare della luce del sole

quando filtra attraverso le foglie degli alberi


3. Tingo (Pascuense)

Raduno uno a uno gli oggetti di un vicino di casa,

chiedendoli in prestito e non restituendoli


3. Pochemuchka (Russo)

Si dice di una persona che fa troppe domande


5. Gökotta (Svedese)

Gita nella natura la mattina presto di un giorno di primavera,

nelle ore in cui il cuculo inizia a cantare.


6. Bakku-shan (Giapponese)

E' una bellissima donna... che resta tale finché la si guarda di schiena.


7. Backpfeifengesicht (Tedesco)

Una faccia che ha profondamente bisogno di essere presa a schiaffi.


8. Aware (Giapponese)

Sentimento agrodolce di malinconia al cospetto

della bellezza e della caducità della vita.


9. Tsundoku (Giapponese)

L'atto tipico di chi compra un libro e lo legge a metà,

lasciandolo su pila di altri libri che hanno subito la stessa sorte


10. Shlimazl (Yiddish)

Una persona dalla sfortuna cronica.


11. Rire dans sa barbe (Francese)

Ridere sommessamente dentro la propria barba

mentre si pensa ad un fatto curioso avvenuto in passato.


12. Waldeinsamkeit (Tedesco)

La sensazione di essere soli nel bosco.


13. Hanyauku (Rukwangali)

Il fatto di camminare in punta di piedi sulla sabbia calda.


14. Gattara (Italiano)

Una donna di una certa età che vive sola

e dedica la sua esistenza alla cura dei gatti


15. Prozvonit (Ceco)

Fare uno squillo sul cellulare dell'altra persona

facendo sì che questa ci richiami e non ci faccia spendere soldi.


16. Iktsuarpok (Inuit)

La frustrazione di quando si aspetta qualcuno che è ritardo.


17. Papakata (Isole Cook)

Il fatto di avere una gamba più corta dell'altra.


18. Friolero (Spagnolo)

Una persona particolarmente sensibile al freddo.


19. Schelderwald (Tedesco)

Una strada così tanto piena di cartelli stradali

da non capirci più nulla


20. Utepils (Norvegese)

Lo stare all'aperto in una giornata di sole godendosi una birra.


21. Mamihlapinatapei (Yaghan)

Lo sguardo lungo e silenzioso, ma carico di significato,

di due persone che si piacciono, ma non si decinono a fare la prima mossa


22. Culaccino (Italiano)

Il segno tondo lasciato sul tavolo da un bicchiere bagnato


23. Ilunga (Tshiluba)

Una persona pronta a perdonare tutto la prima volta,

tollerante alla seconda, ma mai alla terza.


25. Age-otori (Giapponese)

I soldi che si danno a qualcuno,

affinché una pratica burocratica vada a buon fine.


26. Chai-pani (Hindi)

Il fatto di dare i soldi ad un impiegato della burocrazia,

affinché una pratica vada a buon fine.


27. Won (Coreano)

La difficoltà di una persona nel rinunciare alle illusioni.


28. Tokka (Finnico)

Un'orda di renne


29. Schadenfreude (Tedesco)

Il godimento tratto dalla sofferenza altrui.



30. Wabi-Sabi (Giapponese)

L'accettazione della transitorietà e dell'imperfezione delle cose


 

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