L’Amore come Iniziazione
- Elisabetta Giuliani
- 9 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Esistono incontri che non si possono raccontare. Non perché siano segreti, ma perché appartengono a un’altra lingua, quella dell’anima. Incontri che bruciano, spostano, smascherano. Incontri che ci tolgono la pelle per darci un volto. Sono questi gli amori iniziatici, i fuochi sacri in cui l’identità si frantuma e si riforma, non più come maschera, ma come verità.

L’amore, nella sua forma più alta, non è una meta ma un varco. Non ci completa: ci dissolve.
È un codice invisibile inciso nel cuore del tempo, eppure si manifesta con carne, sguardi, urla, abbandoni, ritorni. È sempre l’altro — l’altro che ci manca, che ci spezza, che ci chiama senza saperlo — ad aprire la soglia.
L’incontro amoroso autentico è un rito di passaggio. Non avviene per possesso, ma per perdita. Non per sicurezza, ma per vertigine. L’altro diventa maestro, senza volerlo. Porta il nostro caos a galla, scoperchia i veleni antichi, accende il desiderio di guarigione.
E lì, in quel dolore, si accende il fuoco dell’iniziazione.
L’ombra dell’altro
Il volto dell’amato è spesso lo specchio delle nostre ferite. È il Jinn delle fiabe, il diavolo tentatore, il genio della lampada che esaudisce solo ciò che siamo pronti a perdere. Ci innamoriamo delle nostre illusioni riflesse, ma è quando l’amore ci delude, ci abbandona, o ci tradisce, che inizia il vero viaggio.
Nel mito, Eros è figlio di Poros (l’abbondanza) e Penìa (la miseria): desiderio e mancanza, potere e privazione. L’amore ci mostra ciò che non siamo ancora, e ci chiede di diventarlo. Solo attraversando il lutto dell’io, possiamo entrare nell’altare dell’essere.
Innamorarsi per disidentificarsi
Ogni grande amore è uno specchio iniziatico che ci chiama a smettere di essere qualcuno per diventare Nessuno — come Ulisse davanti a Polifemo. Perché solo Nessuno può entrare nel tempio. Solo chi ha perso il nome può riceverne uno nuovo.
Ecco perché certi legami non finiscono mai davvero. Non perché vi sia attaccamento, ma perché custodiscono una soglia. L’altro resta impresso nell’anima come un glifo sacro, una parola pronunciata solo da chi è pronto a mutare pelle.
Di tutto questo — e molto altro — ho parlato in una intervista speciale che in onda su Border Nights, canale che da anni indaga le soglie del visibile e dell’invisibile. Un dialogo vivo, profondo, alchemico insieme all'amico Paolo Franceschetti sul potere trasformativo dell’amore, sulla funzione iniziatica del legame e sull’antica arte del lasciar andare.
n questa conversazione tocchiamo temi delicati e potenti: la psicomagia del distacco, il ritorno karmico dei grandi amori, il simbolismo dei Nomi, l’amore come campo di coscienza, il mistero della fusione animica....
L’Amore come cammino
Amare, in fondo, è un atto sacro. Non riguarda solo l’altro, ma il nostro grado di verità. Ogni incontro è una soglia. E se abbiamo il coraggio di attraversarla, possiamo scoprire che non esiste separazione fra eros e spirito, fra carne e anima.
Solo l’iniziazione dell’amore rende l’essere intero.
Scopri il potere iniziatico dell’Amore
Se l’incontro con l’altro ha acceso in te un fuoco che non si spegne, Ouroboros – Confessioni di Fiamma Gemella è il libro che stavi aspettando.
Un viaggio poetico, psicomagico e spirituale tra legami karmici, trasformazione e rinascita.
Per chi ha amato fino a scomparire. Per chi cerca risposte nell’anima.
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